La Storia dello Stagnone: Gli abitanti di Marsala sono i discendenti degli abitanti di Mozia

La Storia dello Stagnone: Gli abitanti di Marsala sono i discendenti degli abitanti di Mozia

Lo stagnone di Marsala è ormai conosciuto in tutto il mondo, per i suoi tramonti, i suoi paesaggi, le sue saline e non ultimo il Kitesurf. Chiunque ormai, per un motivo o per un altro, ne ha sentito parlare.

Ma quali sono le origini di questo paradiso? Come si presentava agli occhi dei primi abitanti del luogo? quali sono stati i suoi cambiamenti e le evoluzioni che lo hanno trasformato nel corso del tempo?

La storia dei popoli allo Stagnone

Andiamo indietro nel tempo di qualche secolo, quando le isole Egadi non erano isole, perché unite alla terraferma.

Molto è cambiato da allora: erosioni, piogge, l’azione stessa del mare hanno dato origine a quello che adesso è l’arcipelago più ambito da i turisti. 

Non abbiamo documentazioni certe sulla storia dello Stagnone, possiamo sono basarci su qualche studio recente e sui reperti archeologici ritrovati in zona (anche quelli a volte poco affidabili).

Al giorno d’oggi guardando verso il mare dalle coste dello Stagnone vediamo una lunga striscia di terra di 10km o più che da est verso ovest arriva in linea d’aria quasi fino al centro della cittadina di Marsala, cosiddetta “punta d’Alga”.

L’unica apertura verso la bocca di Tramontana è una “via” con un fondale molto basso e sabbioso.

A destra della lunga fascia di terra c’è S. Teodoro (Egitallus per il popolo dei romani), dove possiamo ancora ammirare la Torre di S. Teodoro (sicuramente una torre a scopo difensivo) e a sinistra la fine della fascia di terra che probabilmente prima era attaccata alla terraferma.

Ma la stretta isola non è sempre stata così come la vediamo. Probabilmente prima era formata da tante piccole isole, separate da dei canali che facilitavano il ricambio di acqua (cosà che oggi è molto più lenta e difficile). Questa isolette si chiamavano Isola di Frate JanniCernidisiFavillaBorrone e Altavilla.

Oggi la profondità delle acque dello Stagnone va dai 30-40 cm al metro e mezzo, e il fondale è caratterizzato da una forte presenza di Poseidonia, un’alga di cui i pesci vanno ghiotti. Inoltre l’evaporazione dell’acqua (visto il vento costante e il sole cocente) è molto veloce e anche per questo il livello del mare non si alza mai in maniera sostanziale. Tutto ciò porta a elevati livelli di concentrazione di sale e questo da sempre ha facilitato la formazione delle saline.

I Fenici

Difficile dire a quando risale la presenza del primo uomo allo Stagnone.

Al 900 risalgono i primi ritrovamenti archeologici che probabilmente riportano al paleolitico, ma la storia e la vita soprattutto di Mozia è legata indubbiamente al popolo dei Fenici, che diedero vita ad un enorme commercio e numerosi scambi commerciali, fino a farla diventare una ricca città.

Nel 397 a.C. però la città fu presa d’assedio dagli abitanti di Siracusa, completamente distrutta e i suoi abitanti ridotti in schiavitù. Quei pochi che riuscirono a scappare si spostarono sulla terraferma fondando la città di Lilibeo.

La nuova città svolse un ruolo fondamentale durante la prima guerra punica, diventando una roccaforte di Cartagine. Notizie certe collocano la fondazione di Lilibeo quindi tra il 393 e il 368 a.C.

I Saraceni, poi i Normanni

Nel IX secolo i Saraceni si insediarono in quella Mozia ormai quasi del tutto abbandonata, rinominandola Zuzaret o Zezebub o Gisira Malbugi che nella loro lingua significava “isola che si unisce alla terra” (tramite una strada subacquea che la univa a quella che oggi è contrada Birgi).

Ma perché questa strada fu costruita sott’acqua? Forse per tenerla nascosta (in caso di fuga), o come collegamento con la necropoli.

All’arrivo dei Normanni l’isola venne affidata ai monaci Basiliani, che costruirono un santuario dedicato a San Pantaleone (da lì il nome attuale di San Pantaleo).

Nel 1552 arrivarono i gesuiti, che abitarono l’isola fino al 1767 quando furono cacciati dalla Sicilia.

Solo nel XVIII Mozia ritornò al comune di Marsala.

La pesca allo Stagnone: fonte di vita nella storia

Già in epoca medievale iniziò una severa regolamentazione da parte del comune di Marsala per stabilire la proprietà dello Stagnone, delle sue saline e il diritto di pesca nella zona.

Nel 1492 finalmente Mozia, grazie alla pesca e alla produzione del sale ritornava a splendere.

Nel 700 però l’enorme sfruttamento delle acque portò il comune di marsala a stabilire delle leggi che vietavano la pesca in alcuni periodi dell’anno per evitare il depauperamento della fauna.

La fine dei divieti avveniva sempre lo stesso giorno, l’8 settembre di ogni anno, giorno che coincideva con la grande festa popolare dello Stagnone.

Tutte le famiglie si recavano sulle rive dello Stagnone e ritornavano con ceste piene di pesce appena pescato, importante fonte di nutrimento ma anche e soprattutto di guadagno.

Gran parte del pescato però veniva cucinato il giorno della festa e mangiato insieme da tutti gli abitanti del posto. Oggi questa festa non esiste più, anche se alcuni anziani del posto la ricordano con grande nostalgia.

Oggi ammiriamo i suoi tramonti e le sue saline ignari del suo passato, ma anche del suo futuro. Ritornerà quella terra ad avere lo stesso splendore commerciale di un tempo, non solo legato ai turisti?

Noi speriamo di sì, nel frattempo non possiamo fare altro che prendercene cura così come hanno fatto i popoli prima di noi.

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